Da dove inziamo
In tre settimane ho mollato l’uomo con cui convivevo, ho cambiato città, sto mollando il lavoro che avevo nell’altra città, ho lasciato gli amici, ho cambiato coinquiline.
Adesso cerco lavoro, serenità, amicizia ed aria per respirare nuovamente.
Ho vissuto quattro anni con il mostro della pubblicità della Heineken e posso assicurare a chiunque che anche se ti piace un casino la birra ed il tavolo sfavilla di luci colorate, alla fine devi far sempre i conti con il mostro che si cela nel laghetto.
Alcune persone tessono ragnatele spacciandole per comodi sofà, e sono talmente bravi che non riesci neppure ad accorgerti del dolore che hai alla schiena, finchè un giorno ti svegli indolenzita e piena di lividi, ti accorgi di essere caduta nella rete e che tutte le tue energie se ne sono andate non sai dove, ti guardi allo specchio e ti vedi diversa, anche tu cominci ad assomigliare ad un ragno spalmata sullo sfondo, tutti i tuoi sogni si spezzano come quei fili che laceri ad uno ad uno cercando di liberarti, e non puoi fare a meno di vedere che in realtà il tuo principe azzurro non è altro che un mostro.
Allora ti agiti, urli, neghi, sgrani meglio gli occhi, ma niente, impossibile tornare indietro.
Ti sei sbagliata. E’ dura ammetterlo, ma i lustrini e i cottion non possono più offuscare la realtà.
Ti sei fatta tradire, usare, calpestare, umiliare, hai venduto la tua anima per briciole di compassione, hai accettato compromessi, hai pianto la notte senza fare rumore, hai soppresso i tuoi bisogni, hai fatto finta di credere, hai cercato di vedere il buono nel male,
e mentre facevi tutto questo, sorridevi.
Difficile da credere, da accettare. Non si dice che capita anche alle migliori?
Già, perché io sono certa di essere migliore di così, di essere debole e vulnerabile nell’affetto, nell’amore, ma di non poter più accettare niente di tutto questo.
Sono stata una stronza di prima classe per 28 anni, mi illudevo di poter cambiare, mi sforzavo di non commettere gli errori di sempre.
Alla fine della storia il mostro del laghetto è ritornato a comprare la sua birra, l’ha rimpiazza nel suo sfavillante tavolino e gongola alla visione della sua nuova preda, senza la minima sofferenza.
E sorrido.
2 Comments:
mi era venuta voglia di leggere il tuo primo post.. oddio sembra la mia vita..
solo che io lascerò la mia città a giugno..
(finalmente ho trovato il coraggio)
per il resto anch'io mi son fatta calpestare un ben po' da un essere spregevole, ho cercato di aggiustare le cose senza nessun risultato, sono passata per la deficiente che non sono e ho sofferto come non mai..
In bocca al lupo....:-)
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