mercoledì, settembre 06, 2006

At my home

Tornare a casa non significa solo che finalmente potrai dormire nuda senza problemi, camminare scalza, curare le tue piante che nel frattempo sono diventate sempre più grandi, la natura non guarda in faccia nessuno!, ciondolare beandoti in momenti solo per te e per lei, pulirla, lucidarla e rimirara…la tua casa, ma puoi anche decidere di lasciarla incasinata…che ci siete solo tu e lei, e chi ti può dire niente?
Invece, magari, quando vivi con altre persone, famiglia, fidanzato, o altro, ti sforzi di mantenere un certo ordine per quell’innata predisposizione al rispetto per gli altri. Non sempre ci riesci, ma almeno ci provi.
Invece a casa tua puoi fare quello che vuoi.
Io tengo i luoghi in comuni con le mie compagne di casa sempre perfetti.
Odio vederli disordinati o sporchi. Il mio lavello in alluminio luccica ed il pavimento bianco è intonso. Del bagno meglio non parlarne, potrei sembrare maniacale.
Nella mia stanza invece ci sono ancora metà delle valigie da disfare.
Un casino di documenti da mettere in ordine. Quadri da appendere, nuovi e vecchi, in cerca di sconosciute disposizioni, cose da eliminare.
Mica cambio solo io. Sta cambiando pure lei.
Ma la prendo comoda, si sta assestando, la mia casa.
Intanto cerco lavoro.
Ho già diversi contatti e se tutto va per il verso giusto, lunedì prossimo, o mi dicono anche questa settimana, inizierò.
Intanto riprendo i contatti con le persone per tanto trascurate, e non.
Le mie compagne di casa.
Ho speso per 4 mesi al mese, l’equivalente dello stipendio medio di un’italiano per l’affitto, pur di non avere più attorno le precedenti coinquiline.
Adesso ho per casa una ragazza dolcissima che mi porta i regalini dalle Filippine, uno scaccia spiriti e un portachiavi di legno a forma di fragola con inciso il mio nome, abbreviato (non si può mica pretendere troppo, e poi a me piace abbreviato, di solito quando lo scandiscono tutto è per dirmi qualcosa di serio).
L’altra è l’ormai ex fidanzata di uno dei miei migliori amici, che ha visto bene di farsi mollare, perché è un po’ coglione e di mollare a me la sua fidanza che ha abbandonato il talamo, dopo un mese di convivenza, a gambe levate!
Adesso mi chiedono consigli.
A me, cari ragazzi chiedete consigli?
E io ve li do.
Non andavate d’accordo.
Lo si vedeva anche senza la sfera di cristallo.
Lui ha passato 3 anni a dirne peste e corna, comportandosi come meglio ha creduto e adesso si aggira con quella aria da cane bastonato dicendo solo:”So di avere sbagliato, ma io posso cambiare!”
Lei mi aspetta, appena sveglia, e senza che io abbia ancora assunto una dose massiccia di caffè, dietro la porta della mia camera.
Mi racconta. La ascolto e le dico:
“Senti, mi pare che tu abbia, per quello che mi racconti, anche aspettato troppo.Sei tu che hai accettato determinate cose, e adesso ti lamenti?Vorrei solo sapere, lo ami ancora?”
(La risposta di lui alla stessa domanda è stata “Si è l’unica donna che voglio!”… tralasciando il fatto che in questo periodo di separazione, circa un mese dall’abbandono, lui è andato in Spagna con una ex, in Francia con un’amica e di nuovo in Spagna con un’altra, ma questo perché voleva capire se a lei ci teneva veramente e perché si sentiva solo, mi diceva. Ma io non sono stata a ricordarglielo!)
Lei:”Gli voglio bene come ad un fratello!”
A:”Bene, abbiamo risolto il problema!Adesso tu ci vai, magari, a cena, ci parli e gli dici esattamente queste cose. Così forse capirà meglio e ricomincerà a prendere in mano la sua vita!Sempre che sia questo quello che vuoi?”
(e soprattutto io non aprirò più gli occhi la mattina con il cellulare che lampeggia e messaggi deliranti e penosi del tipo, “senza di lei io non vivo”, che non ce la posso fare!!!)
Insomma, questo ieri.
Stasera sono andati a cena insieme e lei le ha detto quello di cui sopra.
Lei, sembrava sollevata.
Lui, non so ancora.
Quello che so è che spero che entrambi abbiano apprezzato lo sforzo sovrumano che ho fatto per essere totalmente sincera nei confronti di entrambe, per non riferire all’uno e all’altra eventuali magagne, per sviare il discorso da terreni minati, per cercare di riferirmi al generale senza scendere in particolari, per fargli ragionare da soli su quello che è solo la loro vita, ed io c’entro meno di zero!.
Che abbiano apprezzato il fatto che ho rivissuto parte dei miei problemi sentendomi fare delle domande del tipo:”Ma tu come hai fatto?”
Io come ho fatto.
Ho urlato fino a perdere la voce.
Ho lasciato passare il tempo.
Ho scritto su un blog.
E ogni tanto carezzo il dolore perché non si senta solo.
Ecco come ho fatto.
Un passo alla volta.
Eppoi come fanno a Bosa.
Quando piove, lasciano piovere.

Io non sono per niente brava a dare consigli.
La prossima volta ci penseranno bene.

Dal pomeriggio fino a dopo cena sono stata con la P.
Io adoro la P.
Mi ha riempito di regali, tra cui anche un libro “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini.
Abbiamo parlato senza stare mai zitte per ore, di ricette di cucina, libri, viaggi, esperienze, consigli per me, che è lei che mi da consigli, sempre.
Ed io la guardo, quando ride con quello sguardo materno e rassicurante che non posso fare a meno di abbracciarla.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

hai mentito o ti è scappato un non sono per niente di troppo dalla tastiera

6/9/06 08:23  
Blogger Non solo pene said...

Mento, lo ammetto. Ma non in questo caso;)
Ma hai venduto il 6???
Fortunata la persona che l'ha acquistato.
Complimenti Condo!

6/9/06 14:10  
Anonymous Anonimo said...

mi sarei tagliato più volentieri un dito, stile mafia giapponese... ma ho dovuto farlo per sti cavolo di soldi... se ci penso mi sento male.

6/9/06 16:19  
Blogger Non solo pene said...

Stì artisti dicono tutti così;)
Capisco.

6/9/06 16:53  

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