Via.
Andiamo via.
Dove?
Ovunque.
E dove vorresti andare?
Sull'isola!
Su quale isola?
L'isola!
...
Ogni tanto parlo con i muri io.
Lo dici per spaventarmi?
Eppoi sono vuota.
...
Sì sono vuota.Non c'è niente all'interno.
Guarda!
Riempo, riempo, riempo, ed è sempre tutto vuoto, come il mio conto in banca.
Lavoro, lavoro, lavoro, sono diventata una formica e non ho mai un soldo in più da spendere.
Vuota.
Come quando passo di fronte ad una pasticceria.
Quella pasticceria che fa angolo.
In bici rallento per riempirmi del profumo di zucchero, crema al limone, pasta cotta al forno, cioccolato, e penso: un giorno mi fermerò e mi prenderò qualcosa. Mi immagino così di fronte al bancone e mi ritrovo a desiderare tutto, persa nell'indecisione della scelta di un'unica cosa. Bombolone alla crema? Cannolo siciliano? Ambasciatrice? Pasta frutta e crema? Tortina di ricotta e granella di cioccolato?Raviolo di ricotta? Ventaglio? Sì magari un ventaglio con lo zucchero che si è caramellato sul fondo...No anzi no una pasta con panna montata!
Ok! Panna montata! Ma con un pezzo di torta al cioccolato!
Poi non mi fermo mai.
Penso ai sacrifici per smaltire quella dannatissima leccornia e finisco col pedalare più veloce.
E mi sento ancora più vuota. Con lo stomaco vuoto, e la convinzione che faccia ingrassare anche solo il pensiero di certe cose!
Per una questione di metabolismo, mi dico.
Sì, sono vuota. Non c'è niente all'interno.
Niente.
Non mi riconosco in niente.
Non riesco nemmeno più a indignarmi.
La mia indignazione si accompagna ormai alla consapevolezza.
La consapevolezza dell'impossibilità del cambiamento della mia società, capace di indignarsi solo per audience o per avere più voti.E allora io non mi indigno più.Nemmeno Obama ha potuto rimpolpare la mia fiducia. Ma forse loro si potranno salvare.
Sono vuota.
Come i volti in metropolitana.
Vuota, come i contenuti di un programma di Vespa.
Sono vuota.
Come quando guardo un tigì.
Come quando guardo un tigì e dopo un po' comincio a immaginarmi che seduto a tavola, come me, in quel momento, ci sia qualcuno, per esempio, che crede alle cazzate dei politici, alle cazzate della Confindustria...la C o n f i n d u s t r i a , che crede ancora alle notizie dei tigì, qualsiasi tigì, all'onesta di chi cerca di indottrinarti, a che le cose cambieranno, al fatto che a Napoli non sia più la spazzatura, che il nucleare risolverà la crisi energetica, che la riforma della scuola sia cosa buona e gusta, penso alle facce di queste persone, a quello che mangiano e se si sono fatte il vaccino antinfluenzale!, se credono a chi ti da 1000 euro se chiami tuo figlio Benito, a chi invoca l'unità nazionale come un ateo invoca il Signore, a chi ti offre un lavoro_tempo_determinato_scopo_assunzione!, a chi pensa al tuo bene...e al bene dei tuoi figli!
(Mai qualcuno che mi dica: penso al bene dei miei figli ecco perché faccio così...macché! anche perché ti immagini i vaffanculo che gli manderebbero i figli?)
E dopo che il tigì è finito mi sento ancora più svuotata dalla pienezza che penso degli altri!
Sono vuota.
Anita sta male.
Pare che se sei vecchia e stai male sia normale.
Quasi scontato come se non contasse troppo.
Una pensione in meno dopotutto!No?Un costo in meno...No?
E' tutto normale, se sei vecchio muori! E prima te ne vai meglio è.
A meno che tu non ti chiami Eluana.
E allora peggio per te.
Nessun diritto. Nemmeno alla dignità, e permanenza ad oltranza su questo mondo nell'attesa di un eventuale miracolo o a monito di chiunque volesse
voler morire con dignità.
Non avete diritto, bastardi senza dio! Decidiamo noi per voi!
Ed in questo momento non è possibile acconsentire a certe cose!
La dissolutezza dei costumi occidentali si contrappone all'intransigenza orientale...
e vorrete mica che continuiamo a farci delle figure di merda simili?
Che non si dica che anche noi non difendiamo la nostra religione!
Dopotutto la nostra è meglio della loro.
(anche se il burka non è una brutta idea...)
E allora un po' di sana repressione non ha mai fatto male a nessuno.
E zitti che inizia il tg4!(o il tg2 0 il tg1 scegliete voi.)
Sono vuota su questo treno pendolare con Vinicio che mi accompagna.
E piango senza motivo. Ogni tanto. Come oggi.
Sarà una questione ormonale, penso.
Ogni tanto succede quando c'è spazio, per la melanconia.
Il treno corre via. Il treno.
Sono vuota e asciutta.
Ora che che i mostri non ballano più seduti a guardare cosa succede.
Disciolti nei ricordi, figure sbiadite di film in bianco e nero, muti.
La musica si è fermata e c'è chi è tornato a casa.
Come fantasmi.
Come quando da bambina chiedevo a mio padre di alzarmi
più_in_alto_più_in_alto per toccare le stelle,
più_in_alto, inafferrabili.
Amore non posso andare più in alto di così,
non si possono toccare ma solo guardare.
Sono vuota.
Ora che non aspetto più.
Ora che gioco al superenalotto e spero di vincere.
Vuota, amore.
E non ho parole. Non riesco più a scrivere quello che sento.
Sono vuota.
I pensieri sbiaditi, come i volti che non riesco più a visualizzare.
Sono vuota, vedi?
Forse andrò via un giorno. Ancora.
Non sono il capitano.
Andrò via.
Per ricominciare un principio.
Per non finire mai.
Per non dover mai dire ciao
ma solo ci vediamo un'altra volta che adesso devo andare a mangiare.
S o n o v u o t a.
Non sei vuota e che ogni tanto ti devi lamentare.
Bastava dirlo che avevi voglia di coccole.
Dai!Vieni qui, scimmietta!
Facciamo l'albero di natale?
...